ローマ・デッサン帳

ローマでの生活、見たことや感じたこと、絵本と美術関係の仕事について綴ります。

Laboratorio tattile di Katsumi Komagata con i ragazzi del Pratello, marzo 2011

Dopo terminata la Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna
siamo tornati al carcere minorile di via Pratello
per fare l'assistenza al laboratorio anuale dell'artista giapponese, Katsumi Komagata.

Komagata-san e' spesso riferito come il "Bruno Munari dell'oriente".
E' un noto grafico e creatore di libri per bambini.
Non ho mai conosciuto nessuno che conosce bene la carta come lui.

L’idea di fare dei laboratori al carcere minorile era proprio di Komagata-san,
che voleva dare ai giovani in disagio la possibilita’di sperimentare
in prima persona i laboratori artistici.
In Giappone finora non ha mai avuto la possibilita’ di proporre
i laboratori ai carceri minorili data la chiusura mentale del sistema carcerario giapponese.
L’ex-direttrice della Fiera del Libro dei Ragazzi, Elena Pasoli,
quando ha sentito questo desiderio di Komagata-san,
ci ha subito messo in contatto con un’insegnante dell’istituto, Anna Basilisco.
Cosi’ e’ iniziato questo bel progetto che con la collaborazione di altri artisti ed
autori sempre durante la Fiera del Libro si e’ sviluppato nel progetto
LIBERI DI LEGGERE coordinato da Elena.

Quest’anno i partecipanti erano in quattro, da Tunisia, Marocco e Cina.
L'ala nuova dell'istituto era pronta, e l'atmosfera dell'interno
che prima aveva un’aria pesante dovuto al fatto che la sede era un convento,
era diventata piu' solare.
Non c’era molto tempo per parlare con i ragazzi,
ma si poteva intravedere il carattere di ognuno di loro attraverso
il loro sorriso, lo sguardo e i piccoli gesti.
Il ragazzo cinese taciturno continuava a guardare in giu' e non rideva.
Ma ad un certo punto ci ha sorpresi tutti rispondendo in giapponese
''ho capito'' (wakarimashita) alle spegazioni di Komagata-san!

Il laboratorio di quest'anno di Komagata-san aveva come tema il tatto.
Tutti dovevano mettersi le bende.
Dopo un'introduzione dettagliata con esercizi, e’ iniziato il laboratorio vero e proprio.
Essendo bendati, i ragazzi si concentravano al massimo sulle parole di Komagata-san,
seguendo ogni passo con estrema attenzione.
Le forbici venivano inserite lentamente, con molta cura,  nelle carte colorate piegate.
I fogli, una volta aperti, (qua si togliono le bende)
si trasformavano in bellissime sculturine di carta.

Nella seconda parte del laboratorio, i fogli venivano distribuiti quando
tutti erano gia' bendati.
Ognuno immaginava un colore e formava la propria sculturina.
Quando Komagata-san ha detto  di togliersi le bende,
tutti sono rimasti a bocca aperta perche' i fogli .......... erano tutti neri!

Il messagio di questo laboratorio: e' possibile liberarci dai pregiudizi.

Puo' succedere veramente che cio' che hai immaginato nella mente
e' completamente diverso da quello che e' davvero.
Rischiamo di vivere senza accorgerci di questo...
Dietro la speranza c'e' la disperazione, ma dietro la disperazione
puo' esserci davvero la speranza...

Alla fine Komagata-san, sorridendo, ha detto ai ragazzi.
''Mi raccomando, cercate di capire anche quello che sentono chi non riesce a vedere.''

In questo laboratorio, dato l'utilizzo delle bende,
ho avuto modo di toccare molte volte i ragazzi per
aiutarli a camminare o ad afferrare le forbici.
Mi sono emozionata al fatto che loro si affidavano completamente a me
e a Komagata-san.

Dopo il lavoro, durante la merenda ,
(erano i ragazzi stessi ad offrirci i biscotti)
Il ragazzo cinese si e’ alzato improvvisamente e ha dato una delle sue cuffiette
alla giovane assistente giapponese di Komagata-san.
La ragazza ha messo la cuffia ed e’ rimasta meravigliata:
il ragazzo stava ascoltando la musica pop giapponese!
Quanto erano belli quei sorrisi larghissimi degli altri ragazzi,
piacevolmente sorpresi anche loro del gesto del loro compagno.
Gli occhi di Komagata-san brillavano.

La direttrice di questo istituto che ci accoglie ogni anno e' una mamma di tre figli.
E' una persona meravigliosa.
Era molto contenta del risultato del laboratorio,
soprattutto dell'apertura dei ragazzi tramite questo lavoro
che in poco tempo ha aiutato a suscitare un senso di fiducia.

Ci ha spiegato che i ragazzi di solito non ascoltavano gli insegnanti.
Stavano cercando un modo per comunicare meglio con loro.
Il ragazzo cinese era molto intelligente ma molto chiuso,
difficile da raggiugere....
“Questi ragazzi sembrano essere dei fiori che non sanno come sbocciare.
Ci vuole la giusta annaffiatura. “

Una direttrice che vede i suoi ragazzi come dei fiori.
Questo accade solo in Italia, a Bologna,
questi ragazzi sono davvero fortunati, abbiamo pensato....